L’ormai annosa tematica dell’anatocismo all’interno dei piani di ammortamento (di rimborso del finanziamento, per semplificare) di comune utilizzo da parte degli Istituti di credito e ormai ben noti come piani “alla francese” continua ad essere di grande attualità e costituisce una vera e propria sfida tra matematici e giuristi schierati a difesa delle banche o, al contrario, dei mutuatari.

Il quadro, in realtà, è tuttora nebbioso e sfumato ma cominciano a consolidarsi alcuni punti fermi.

Il primo di questi è che un piano di ammortamento alla francese viene “costruito” utilizzando il regime di capitalizzazione composto degli interessi. Su questo pare ormai non ci siano dubbi, ma siamo solo all’inizio perché di qui in poi ci si comincia ad accapigliare.

I matematici, al solo sentir parlare di capitalizzazione in regime composto, concludono immediatamente per la presenza di anatocismo, i giuristi, da par loro, cominciano a cavillare, sostenendo innanzitutto che “capitalizzazione composta” non è sinonimo di “anatocismo”, che occorre ragionare dal punto di vista giuridico sull’esatto momento in cui gli interessi si devono ritenere esigibili, perché da qui scaturiscono conclusioni di diverso tenore, e così via.

Il dibattito è quindi acceso e, per quanto personalmente mi sia fatto un’idea ben precisa, sto continuando a seguirne le evoluzioni, ascoltando con attenzione tutte le campane.

In considerazione dell’interesse (sicuramente personale) della questione, cercherò a breve di tornare sull’argomento.